Glacés

Come tutti i dischi anche questo è un contenitore. Il mio contenitore, è un intreccio di tante storie, sentimenti, visioni, scenari, profumi, nuances. Emozioni che ho scelto di condividere senza parlare, spiegare, chiarire. Su qualcosa però vorrei soffermare il mio ricordo, forse sarà solo un pretesto per ringraziare due miei amici di sempre con i quali ho intrecciato le passioni, le evoluzioni dell’anima. Amici con i quali ho condiviso una parte del mio viaggio in cerca di qualcosa che ancora mi (ci) sfugge. Con
Nazzareno Orlando, per le strade, nell’inverno della nostra città, da quando “
Il sapore del ghiaccio” era nell’aria, nella mente, a quando si è poi concretizzato in quel lavoro visionario e realista che è oggi e a cui Nazzareno ha voluto collegare ancora una volta i miei suoni.
Poi a Rue Valery, a Nizza, a pochi metri dal mare, a casa di
Claudio Citarella, musicista e producer raffinato, con il quale senza dircelo ci siamo scambiati l’inquietudine di chi non smette mai di cercare di capire la causa delle cose. In questo mio periodo un po’ francese (e anche un po’ sanremese)pieno di vita, di musica, ho potuto conoscere grandi musicisti che mi hanno lusingato con il loro contributo a questo mio album e con i quali portiamo avanti sogni e progetti all’insegna d’un “partager” ricco e intenso. Un grazie quindi al mio amico e maestro
Famoudou Don Moye, alla freschissima
Shirley Bunnie Foy e al maestro
Pino Presti per la sua amicizia e per i suoi gentili e determinanti consigli. A questi musicisti se ne sono aggiunti altri tutti da me stimatissimi e con alcuni dei quali ho legami affettivi profondi e sinceri: Enzo di Somma, Antony Caligagan, Max Fuschetto, Antonio Arietano, Chaty Tornatore, Sergio Fanelli, Manu Carré. A voi questi frammenti di vita, frames congelati in tracce musicali per condividerli nel tempo.